Procreazione: Corte di Strasburgo, legittimo vietare fecondazione eterologa

di NOI Consumatori · 4 novembre 2011

E’ legittimo vietare la fecondazione eterologa. Lo ha stabilito la grande camera della Corte di Strasburgo, con una sentenza pubblicata oggi.

Secondo la Corte non sussiste la violazione della Convenzione europea dei diritti dell’uomo (Edu) da parte dell’Austria e della sua normativa sulla fecondazione assistita, che non consente la fecondazione eterologa. Nella sentenza viene spiegato che, nel caso in questione, non c’e’ stata nessuna violazione dell’articolo 8 ( diritto al rispetto della vita privata e familiare) della Convenzione europea dei diritti dell’uomo.

Il caso riguardava la denuncia presentata da due coppie sposate austriache, sterili, che volevano ricorrere a tecniche di procreazione medicalmente assistita non consentite ai sensi del diritto austriaco. Per le due coppie, infatti, la fecondazione in vitro con donazione di sperma o ovuli sarebbe l’unica soluzione per poter procreare. Per questo, i ricorrenti hanno sostenuto che il divieto di donazione di sperma e di ovuli per la fecondazione in vitro violasse il loro diritto a formare una famiglia previsto dall’articolo 8 (diritto al rispetto della vita privata e familiare) della Convenzione europea dei diritti dell’uomo e che la disparita’ di trattamento rispetto a quelle coppie che invece possono ricorrere a queste tecniche determinasse una discriminazione in violazione dell’articolo 14 della stessa Convenzione (divieto di discriminazione).

Il caso e’ stato presentato alla Corte europea dei diritti dell’uomo l’8 maggio del 2000. In una prima sentenza dell’aprile 2010, la Corte di Strasburgo aveva dato ragione alle due coppie. Il 4 ottobre del 2010, il caso, su richiesta del governo austriaco, e’ arrivato alla Grande Camera che ha ribaltato la prima sentenza.