Napoli, giro di abiti usati e non depurati. Truffa milionaria del clan Birra-Iacomina con il traffico delle “pezze” di Resina

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Una risposta

  1. enrico scrive:

    la storia dell,indumento usato Non ci sono solo le false Onlus a contendersi il mercato dell’indumento usato,ma dietro una parvenza di santità c’è un vero e proprio commercio gestito dalle opere pie ,cioè la chiesa,vedi cottolengo di Torino,o le opere vincenziane sempre a Torino ,la Caritas,e altre….Qui l’indumento viene selezionato ,lo straccio viene venduto ai pezzamifici per il riciclo,un indumento di 2/da scelta viene dato cosi in beneficenza per ipotetici bisognosi,mentre la 1/ma scelta viene venduta a peso quindi a un costo fisso concordato con il cliente che si porterà a casa abiti di buona fattura,scarpe, borse,tovaglie,lenzuola anche nuove.I clienti in questione,sono commercianti ambulanti o negozianti,che a sua volta la venderanno nei mercati rionali o nei negozi,il tutto senza una benché minima fattura,oppure un documento che provi la disinfestazione,ci sarebbe ancora da scrivere,come le grandi industrie del pezzame,la maggior parte situate a prato dove seguendo altri canali di approvvigionamento di indumenti li rivendano sempre ai commercianti con prezzi che sfiorano addirittura il nuovo ma almeno questi la fattura te la fanno

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