Canone Rai in bolletta Enel – Come difendersi per la richiesta di arretrati

Ormai lo sappiamo: gli italiani devono mandar giù l’amara pillola di vedersi caricata sulla bolletta dei consumi energetici la tassa per il pagamento del cosiddetto “canone Rai”. Già perché, a differenza di quanto si voleva far credere ai cittadini, non di un canone di abbonamento si tratta, bensì dell’ennesimo balzello, aggiunto beffando la volontà popolare ed introdotto come pagamento obbligatorio dal 2016, con la Legge di stabilità.

La domanda che ora in tanti si pongono è però ancora un’altra: cosa succederà con i canoni arretrati, magari non pagati per anni?

Per prima cosa bisogna sapere che lo Stato applica su questa tassa una prescrizione lunghissima, pari a ben dieci anni, sempre che nel frattempo non sia stato inviato il cosiddetto atto interruttivo, ad esempio un sollecito di pagamento. I controlli sono eseguiti dalla Agenzia delle Entrate e non dalla Rai, a riprova del fatto che di TASSA si tratta, e non già del millantato CANONE di abbonamento. Attenzione perciò, perché alle porte di casa potrebbe bussare la Guardia di Finanza per verificare il possesso del televisore. In tal caso bisognerebbe dimostrare attraverso l’esibizione dello scontrino da quanto tempo si possiede in casa l’apparecchio. Altro quesito riguarda la possibilità che con l’introduzione in bolletta vengano più facilmente alla luce le evasioni pregresse. Si tratta però di una ipotesi non impossibile, ma difficile, che richiederebbe accertamenti induttivi assai lunghi da parte del fisco.

«In ogni caso – tuona il presidente di NOI CONSUMATORI Angelo Pisani – la norma del pagamento in bolletta per la Rai rappresenta l’ennesima, insopportabile violazione dei diritti degli italiani, soprattutto perché lo Stato finge di non sapere che siamo ormai nell’impero della tecnologia e i consumi internet hanno nettamente preso il sopravvento sulle vecchie modalità di fruizione dei programmi televisivi. Una norma dunque doppiamente ingiusta e anacronistica, contro la quale annunciamo battaglia senza se e senza ma».