Risarcimento pubblicazione redditi online: bufala
Nel mese di aprile 2008 protagonista del web italiano è stata la decisione di Visco e company del ministero delle Finanze di pubblicare online i redditi degli italiani (anno 2005). Decisione discutibilissima visto che pubblicare questi redditi implica tanti problemi collaterali che vanno oltre la “trasparenza” su cui si sarebbe basato il provvedimento. Un esempio un po’ forzato ma senz’altro esplicativo è che questo elenco fornisce a malintenzionati un elenco di possibili persone da derubare o da sequestrare. Certo, se questo elenco fosse rimasto solo a disposizione della Guardia di Finanza, nessuno avrebbe avuto nulla da obiettare, e l’elenco sarebbe semplicemente stato un ottimo strumento per combattere l’evasione fiscale. Ma in questo modo ha creato problemi, e non a caso Visco (fortunatamente non più al governo), è stato denunciato in 94 procure d’Italia.
Ora circola una email che promette un risarcimento da chi ha visto violare i propri diritti alla privacy vedendosi pubblicato su questo elenco online delle dichiarazioni dei redditi. Arriva da uno studio legale che metterebbe a conoscenza della possibilità di chiedere 1000 euro di risarcimento per violazione della privacy. Attenzione, si tratta di una truffa!
Il fantomatico studio legale sarebbe a nome di un certo avvocato Claudio Corbetta, dello “Studio Legale No Profit”, con tanto di studio in viale Matteotti 145 a Roma, che recita:
“Alla cortese attenzione dei cittadini italiani”,“Dopo la decisione del Garante per la Privacy sulla vicenda dell’elenco dei contribuenti pubblicato sul sito dell’Agenzia delle Entrate, abbiamo il piacere di informarvi che abbiamo vinto la battaglia”.“Alla luce del provvedimento del Garante, milioni di cittadini italiani i cui dati sensibili sono stati violati, possono finalmente ottenere il risarcimento dei danni subiti”.“Per tale motivo abbiamo predisposto il modulo in allegato che tutti i cittadini italiani devono scaricare, compilare, e inviare per ricevere l’immediato risarcimento di 1.000 euro per ciascun familiare per la grave violazione della privacy subita”.
E’ una bufala. La mail chiede i dati personali della potenziale vittima, che ovviamente sarebbero utilizzati dai truffatori per scopi illegali. Non rispondete alla mail, è solo una truffa!