Dona un rene al fratello malato, perde il lavoro durante la convalescenza
Ha donato un rene al fratello, malato di un’insufficienza renale
cronica, ma non si è “salvata” dalla dura legge dei contratti di lavoro a
  termine una cinquantenne veneziana, Francesca Scarpa, 50 anni, che per
  la lunga convalescenza a casa dopo l’espianto del rene ha perso la sua
  occupazione di assistente per gli anziani. Un posto che, con contratti
  di tre mesi in tre mesi, gli era stato dato da un’agenzia interinale,
 “Obiettivo Lavoro”.
Francesca Scarpa si era sottoposta all’intervento per la donazione dell’organo il 26 novembre;
  il 31 dicembre 2010 le scadeva l’ultimo contratto a termine, il
quarto.  «Non mi hanno rinnovato il contratto – ha raccontato la donna a
 La  Nuova Venezia – con una telefonata mi hanno semplicemente detto che
 non  c’era più bisogno di me dopo che ormai da più di un anno lavoravo
per  loro». In seguito all’espianto la cinquantenne era rimasta a casa
in  malattia per un mese e mezzo, ogni volta con certificati di 15
giorni  rilasciati dal medico di famiglia.