Cassazione: non pagò la “lucciola”, condannato per violenza sessuale
ROMA (3
marzo) – Viene condannato per violenza sessuale il cliente che non paga
la prostituta al termine del rapporto per il quale, in precedenza aveva
concordato il pagamento della prestazione. La cassazione, infatti, ha
confermato la condanna a 4 anni di reclusione nei confronti di Diego
S., un cinquantenne di Sestri Levante denunciato da Laura S., la
lucciola alla quale non aveva voluto pagare i momenti di intimità
consumati con lei in un albergo.
In simili casi, dunque, «non sussiste dubbio – spiega la cassazione con
la sentenza 8286 – in ordine alla piena coscienza e consapevolezza del
sopruso che il cliente stava consumando in danno della donna». In
simili circostanze è come se non ci fosse stato il consenso al rapporto
sessuale dal momento che le prestazione erano condizionate al
«pagamento del dovuto».
Inoltre dal comportamento di Diego S. emergeva chiaramente la sua
‘ammissionè di colpa dal momento che aveva chiesto al portiere
dell’albergo dove si era consumato l’incontro intimo con Laura S., di
distruggere le schede di permanenza nell’hotel al fine «di non lasciare
traccia della sua presenza».
Adesso il cliente inadempiente dovrà risarcire Laura S. intanto con una
provvisionale di 2 mila euro e poi con una ulteriore cifra ancora da
stabilirsi. Diego S. ha ricevuto anche la pena della interdizione
perpetua dagli uffici di tutela e curatela e per cinque anni è stato
interdetto dai pubblici uffici.